lunedì 21 dicembre 2009

INCONTRO CON OSCAR OLIVERA


"Siamo come l'acqua: trasparenti, allegri e in movimento"
Oscar Olivera

Un centinaio di persone hanno assistito alla serata di domenica organizzata in collaborazione con le associazioni Yaku e Ya Basta. Gli interventi che si sono susseguiti ci hanno permesso di acquisire uno sguardo complessivo, dal locale al globale, sullo stato attuale della situazione relativa allo sfruttamento e all'accaparramento, da parte dei privati e dei governi, del bene Acqua. Suggestivo l'intervento di Oscar Olivera che ha sottolineato il forte rapporto che intercorre tra la battaglia in difesa dell'acqua e la necessità di praticare nuove forme di democrazia. La vittoria della "Coordinadora", che ha saputo riappropriarsi del controllo politico sulla gestione delle risorse idriche nella città di Cochabamba precedentemente privatizzate, rappresenta un'importante patrimonio per tutti i movimenti che si stanno battendo contro la mercificazione dell'Acqua. Un'esperienza che all'oggi, di fronte al fallimento della conferenza sul clima di Copenhagen e di fronte all'incapacità dei "potenti" del mondo di trovare un accordo significativo per il futuro del pianeta, ci dimostra come, solo dal basso, attraverso la partecipazione dei cittadini, percorrendo la strada dell'indipendenza e dell'autonomia, si possa costruire e difendere il Bene Comune.



PER ASCOLTARE L'INTERVENTO DI OLIVERA E VEDERE LE INTERVISTE CLICCA QUI

mercoledì 16 dicembre 2009

INCONTRO PUBBLICO: "LA RIVOLUZIONE DELL'ACQUA"

clicca sull'immagine per scaricare il volantino

DOMENICA 20 DICEMBRE ore 20:30
BELLUNO - Viale G. Fantuzzi
Sala Eliseo "Bianchi" Dal Pont

INCONTRO PUBBLICO:
"LA RIVOLUZIONE DELL'ACQUA"
tra crisi climatica e privatizzazioni

Partecipano:

OSCAR OLIVERA

Coordinadora del Agua y la Vida - Bolivia


WILMA MAZZA

Associazione Ya Basta


FRANCESCA CAPRINI

Associazione Yaku


VALTER BONAN

Comitato Bellunese Acqua Bene Comune


serata organizzata in collaborazione con:

Associazione Yaku - Associazione Ya Basta


In questi giorni si sta svolgendo a Copenhagen l'atteso vertice sul clima.

Nonostante le importanti ricadute della crisi climatica sulla percentuale delle precipitazioni annue e l'aumento della desertificazione del pianeta, "la grande assente" dal dibattito che si terrà durante il vertice sarà proprio "la questione Acqua".

Questo fatto preoccupa e non poco. Soprattutto perché ci troviamo di fronte ad un crescendo di questi fenomeni, con gravi conseguenze che stanno determinando una progressiva diminuzione del bene Acqua disponibile sul nostro pianeta.

Non è un caso, che da qualche anno, si sia aperta una vera e propria rincorsa all'accaparramento di una risorsa che per la sua importanza è già stata ribattezzata il nuovo "Oro Blu".

La "febbre dell'oro" sembra aver contagiato anche l'Italia e un nuovo Far West è alle porte. Con l'approvazione del decreto Ronchi si è aperta definitivamente la strada alla privatizzazione dell'acqua che entro il 31 dicembre del 2011 diventerà realtà.

Di conseguenza, la battaglia in difesa dell'acqua dalla sua mercificazione sta acquisendo sempre più importanza e le numerose iniziative promosse in tutto il territorio nazionale dimostrano come "la questione Acqua" sia diventata un tema centrale per i movimenti. Le mobilitazioni, la nascita di numerosi comitati e movimenti cittadini che stanno emergendo al grido di "Acqua Bene Comune", sono un importante segnale di una rinnovata partecipazione che sta affiorando in tutto il Paese. Sullo sfondo di questa battaglia, si sta manifestando sempre con più forza una suggestione comune, una suggestione caratterizzata dalla volontà da parte delle comunità territoriali di rivendicare un maggiore protagonismo nelle scelte relative alla gestione delle risorse idriche e al futuro delle politiche sull'Acqua nei propri territori.

Questa suggestione, ha accompagnato anche le mobilitazioni cittadine promosse nel gennaio del 2000 dalla Coordinadora del Agua y la Vida, riuscendo, nella città boliviana di Cochabamba, a conquistare il controllo diretto sulle risorse idriche che precedentemente erano state privatizzate. Nell'incontro pubblico di domenica 20 dicembre avremmo la possibilità di confrontarci con questa esperienza grazie alla presenza di Oscar Olivera, uno dei protagonisti di quelle mobilitazioni, che attraverso la difesa dell'Acqua, hanno permesso ad una comunità cittadina di iniziare un cammino verso nuove forme di democrazia e partecipazione.

Inoltre, saranno presenti Francesca Caprini dell'associazione Yaku impegnata in questi giorni in un tour nazionale che toccherà alcune città dove sono attive altre realtà che lottano in difesa dell'acqua e Wilma Mazza dell'associazione Ya Basta che sarà di ritorno da Copenhagen e dalla quale avremmo una testimonianza diretta sulle mobilitazioni che avranno accompagnato il vertice e sulle tematiche e i dibattiti che emergeranno in quei giorni.




martedì 15 dicembre 2009

Importante vittoria del comitato: il consiglio comunale di Feltre approva la delibera!



Ieri sera, come preannunciato, abbiamo dato vita ad un Presidio del Comitato Acqua Bene Comune durante il consiglio Comunale di Feltre, dato che si sarebbe discusso un ordine del giorno che conteneva la delibera proposta dal comitato secondo cui l´acqua è un bene comune privo di rilevanza economica.
Abbiamo presidiato il Consiglio fin dall´ingresso dei consiglieri e del sindaco, esponendo di fronte al Comune uno striscione che recitava:" IL SENATORE VACCARI PRIVATIZZA L´ACQUA, IL SINDACO CHE FA?", contemporaneamente abbiamo distribuito un volantino che ricordava i numeri di questa battaglia: più di 9000 cittadini hanno sottoscritto la petizione, oltre 1500 cittadini hanno partecipato alla manifestazione del 24 ottobre, oltre 30 realtà territoriali hanno aderito alla campagna.

Verso le 23.30 (dopo oltre 5 ore di Consiglio) è iniziata la discussione sul suddetto ordine del giorno.
Dopo la Presentazione della delibera all´assemblea, il Presidente del Consiglio Bond (e consigliere regionale in forza PDL) ha ritenuto di dover interrompere la normale discussione consiliare dichiarando di voler presentare una relazione tecnica utile al dibattimento.
Nello stupore del Sindaco e di gran parte del Consiglio, il Presidente Bond ha letto la dettagliata relazione, nella quale dopo un´attenta comparazione tra i vari sistemi europei di gestione delle risorse idriche emergeva in maniera indiscutibile come la privatizzazione, ora prevista dal Decreto Ronchi, non garantisca il miglioramento dell'efficienza del servizio, anzi.
Bond ha inoltre dichiarato pubblicamente che la Regione Veneto entro 120 giorni si opporrà in sede istituzionale al Decreto Ronchi, come già hanno fatto la Val d'Aosta e la Puglia.

A questo punto un Consigliere di maggioranza ha presentato un secondo ordine del giorno sulla questione, quello scritto e proposto dal BIM, nel quale si prende atto del Decreto Ronchi e senza opporvisi in alcun modo, si cerca di perseguire la strada della deroga per mantenere una gestione in house del servizio. Sostanzialmente il BIM spera in un regalo da parte del Governo per mantenere la gestione del servizio.
Fortunatamente su proposta di alcuni consiglieri di minoranza e dopo la relazione del Presidente Bond, l´ordine del giorno viene ritirato cogliendo la possibilità di opporsi senza se e senza ma alla privatizzazione dell´acqua.

Ma non è finita qui, anzi, a questo punto avviene quello che ci aspettavamo.
Le contraddizione della Lega sulla questione acqua emergono in maniera limpida quando prende la parola il Sindaco/Senatore della Lega Nord, Gianvittore Vaccari.
In un intervento nervoso e poco chiaro il Sindaco richiama all´ordine i suoi dimostrando la sua insofferenza per la presenza del Comitato in Aula.
I frutti del richiamo del Senatore si vedono pochi minuti dopo, quando il capogruppo della Lega presenta fuori tempo massimo (interrompendo addirittura le dichiarazioni di voto) un ennesimo ordine del giorno.
Intorno all' 1.30 del mattino si è arrivati alle votazioni per entrambi gli ordini del giorno, quello istantaneo della Lega, sostanzialmente un ambiguo pastroccio per non dirsi totalmente contrari al Decreto Ronchi e quello del Comitato.

La vittoria del Comitato sta nel fatto che, approvando la nostra Delibera il Comune di Feltre ha dichiarato che l´acqua è un diritto umano e un servizio privo di rilevanza economica impegnandosi, inoltre, a sostenere queste tesi nell´assemblea dell´A.A.T.O., mentre la delibera della Lega non avrà nessun tipo di ricaduta operativa e decisionale.
Concludendo, ieri sera i risultati ottenuti sono stati molteplici: da un lato siamo riusciti a strappare al secondo Comune di questa Provincia l´approvazione della nostra Delibera, dall´altro siamo riusciti a far emergere in tutta la loro evidenza le contraddizioni di un partito, la Lega, che ad una retorica fatta di autonomie e territorialismo contrappone leggi e decreti centralisti che svuotano le comunità dalle decisioni fondamentali per il proprio territorio.
In ultima analisi, le mobilitazioni dal basso, la partecipazione di molti intorno ad un tema cosi condiviso, stanno portando i primi, grossi risultati concreti... e questo è solo l´inizio!

giovedì 10 dicembre 2009

PRESIDIO IN CONSIGLIO: Il senatore Vaccari privatizza l'acqua e il sindaco che fa?


Lunedì 14 dicembre alle ore 18.30 avrà inizio il consiglio comunale di Feltre nel quale sarà presentata da parte della minoranza la proposta di delibera promossa dal comitato nel quale si chiede al consiglio di sancire il principio "dell'Acqua come Bene Comune", in controtendenza rispetto al processo di mercificazione portato avanti dal Governo con l'approvazione del decreto Ronchi.
Dalle ore 18.00 saremo presenti, con un presidio colorato, davanti all'ingresso del consiglio comunale (fortunatamente è anche coperto...in caso di pioggia) per ricordare ai consiglieri comunali e al Sindaco/Senatore leghista Vaccari che quasi 9000 cittadini bellunesi hanno sottoscritto la nostra proposta.
Ricordiamo che il signor Vaccari ha votato al Senato in favore della privatizzazione dell'acqua e addirittura, in quella votazione, il governo non aveva ancora posto la fiducia.
Inoltre, il comune feltrino ha dato il via , in collaborazione con il BIM e il comune di Cesiomaggiore, al devastante progetto della centrale idroelettrica di Salgarda.
Per questi motivi sarà molto importante esserci e invitamo tutti a partecipare al presidio che dalle 18.00 andrà avanti fino alla votazione della nostra delibera.

venerdì 20 novembre 2009

Lettera aperta ai cittadini



Caro cittadino,

stanno svendendo anche l’acqua di queste terre, stanno trasformando un bene comune universale in una merce utile per i profitti di pochi; hanno espropriato le competenze degli enti e delle comunità locali predicando federalismo e praticando centralismo ed invece di migliorare e qualificare il servizio idrico pubblico lo affidano ora ai privati per far pagare in futuro i costi di investimenti e i profitti gestionali ai cittadini tramite l’incremento delle tariffe.

Per portare avanti questo disegno speculativo le forze di governo non si sono fatte scrupolo di agire con inganno:

  • hanno cercato di farci credere che questo era un provvedimento dovuto per rispettare obblighi comunitari e sentenze della Corte di Giustizia; ciò è falso perché su tema del servizio idrico non c’è alcun vincolo comunitario visto che viene garantita ampia discrezionalità ai singoli Paesi in merito alla definizione dei servizi e alle relative modalità organizzative.

  • hanno scelto lo strumento del decreto legge e poi addirittura hanno posto la fiducia sullo stesso perché non c’erano tempi sufficienti per altre procedure: anche questo è falso perché in materia di gestione dei servizi locali non c’era alcuna “necessità ed urgenza”; in realtà ponendo la fiducia si è impedito di dibattere e di votare sulle decine di emendamenti presentati proprio in tema di gestione dell’acqua.


I parlamentari bellunesi della Lega e del PdL hanno votato schierati ed allineati con il Governo ed ora nel territorio magari ci diranno che si impegneranno per ottenere qualche piccolo cambiamento a questo enorme pasticcio.

I vertici del Bim ci dicono di non gridare al lupo, che tutto funziona bene e che nessun privato è interessato al servizio idrico e all’acqua di queste montagne: ma si dimenticano di ricordare che anche recentemente c’è stato un tentativo di aggregazione degli Ato e di denunciare che in questo decreto non si auspica una presenza del privato ma la si “impone” per legge nella dimensione non inferiore al 40%. Sono indicate delle possibili deroghe ma queste sono soggette alla verifica dell’Autorità garante della concorrenza, vale a dire di chi è preposto a favorire la competitività del mercato.

Le nostre proposte alternative che hanno vista l’adesione di migliaia di cittadini bellunesi erano e sono invece semplici e chiare:

  1. definire anche negli statuti comunali che l’acqua è un bene comune e un diritto universale e non una merce;

  2. considerare il servizio idrico integrato un servizio locale di interesse generale, privo di rilevanza economica atto a garantire l’accesso all’acqua in modo solidale ed efficiente a tutti i cittadini che va gestito in modo partecipativo da soggetti di diritto esclusivamente pubblico;


Su questi obiettivi e su questi temi continueremo la nostra mobilitazione a fianco di quei comuni che intendono riappropriarsi di una piena podestà sulla gestione dell’acqua e di quelle regioni che intendono attivare ricorsi di legittimità nei confronti di questo provvedimento: perché l’acqua oltre che vita è anche democrazia.


sabato 7 novembre 2009

L'acqua è un bene comune o una merce su cui realizzare profitti ?

La mobilitazione unitaria e l'impegno dei cittadini bellunesi determinano già alcuni risultati concreti in materia di acque. Nel Piano Tutela delle Acque approvato mercoledì dal Consiglio Regionale sono state inserite delle importanti integrazioni sollecitate dalle iniziative del Comitato Acqua Bene Comune. In incontri preliminari e nell'apposita nostra audizione nella settima comissione abbiamo avanzato proposte fatte proprie da diversi consiglieri che hanno inteso assumerle in appositi emendamenti al Piano. In particolare si è ottenuto con il voto finale che vengano tolte dalle concessioni storiche irrigue le inesistenti disponibilità del Vajont e di Pontesei (159 milioni di mc/a), grave anomalia che una volta rimossa potrà ridare maggior equilibrio al bilancio idrico della Piave. Sono stati integrati poi nuovi riferimenti normativi per meglio definire il deflusso minimo vitale, per inibire estensive e generiche deroghe allo stesso, per strutturare un'adeguata rete di controlli e monitoraggi sulle derivazioni e sui rilasci, indicando più chiaramente nel fabbisogno idropotabile e nella conservazione degli ecosistemi fluviali le priorità che dovranno essere garantite rispetto ad ogni altro utilizzo. Tutti obiettivi questi indicati nella nostra petizione che hanno avuto un primo parziale riconoscimento formale e normativo e su cui vigileremo per una sostanziale e concreta attuazione ed applicazione.

Contestualmente a Roma, nella stessa giornata, il Senato ha votato a maggioranza (contrari udc, pd, idv) la conversione in legge del decreto legge 135 contenente l'art. 15 con il quale si procede speditamente verso la privatizzazione del servizio idrico.
Il testo approvato è:
- grave perchè impone nella gestione dell'acqua la presenza, per lo più maggioritaria, dei privati non solo nelle società miste o quotate in borsa ma anche per le gestioni di società interamente pubbliche (con questo decreto almeno il 40% dovrà essere in mano ai privati);
- è contradditorio perchè è stato anche approvato un emendamento dell'opposizione che rischia di essere la foglia di fico del controllo pubblico sui rischi d'impresa privati (socializzazione delle perdite, privatizzazione dei profitti..);
- è centralistico ed incostituzionale perchè espropria gli enti locali e le regioni di funzioni proprie e colloca indebitamente e definitivamente il servizio idrico tra i servizi a rilevanza economica soggetti alla competitività del mercato . Questa non era una scelta obbligata dall' Europa, come si è tentato di far credere (con un emendamento hanno tolto persino le farmacie comunali da questi obbighi...), ma è una decisione politica voluta e discrezionale che va assunta con piena responsabilità di chi la sostiene e con altrettanta trasparenza e determinazione di iniziative va respinta da chi non la condivide.
Chiediamo pertanto, in vista del prossimo passaggio del decreto alla Camera, ai parlamentari bellunesi di rendere pubblico e motivato il loro voto su questo provvedimento e ai Comuni di far sentire la propria voce in difesa dei diritti di cittadinanza e delle proprie prerogative di autogoverno territoriale, in sintonia con le migliaia di cittadini di questa provincia che si sono mobilitati per difendere il principio della tutela e della gestione pubblica solidale e partecipata dell'acqua.

Comitato bellunese Acqua Bene Comune

mercoledì 4 novembre 2009

Assemblea generale Acqua Bene Comune Belluno

Dopo la bellissima manifestazione del 24 sentiamo la necessità di convocare l'assemblea Acqua Bene Comune per discutere insieme delle nuove possibili iniziative da condurre per continuare la battaglia in difesa dell'acqua.

C'è la necessità di ritrovarci perchè, proprio in questi giorni, il parlamento sta discutendo il decreto legge del governo che potrebbe portare alla privatizzazione del servizio idrico integrato e a livello regionale, si stanno approvando il Piano di tutela delle acque e il Piano gestionale del Distretto idrico Alpi Orientali.
E' chiaro che siamo in un momento importante, nel quale dobbiamo condividere e costruire insieme le prossime tappe del percorso.
Per questo invitiamo tutte le realtà del territorio che hanno aderito alla campagna e tutti coloro che vorranno contribuire attivamente, a partecipare all'assemblea che si terrà LUNEDI' 9 NOVEMBRE ALLE ORE 20:30 PRESSO IL CENTRO DI SERVIZIO PER IL VOLONTARIATO in via del Piave 5 a BELLUNO.

Coglieremo l'occasione per raccogliere I MODULI DELLE RACCOLTE FIRME ancora in circolazione e per decidere insieme come concludere la campagna di raccolta ed individuare modalità ed interlocutori istituzionali per la formale consegna delle stesse.




venerdì 30 ottobre 2009

ALLA FACCIA DELLA TRASPARENZA!






Questo pomeriggio siamo andati all'assemblea dell'A.A.T.O. (Autorità d'Ambito Territoriale Ottimale "Alto Veneto") per distribuire un volantino a tutti i sindaci della provincia di Belluno, con il quale, li invitavamo ad accogliere la nostra proposta di delibera nella quale si dichiara sia che l'acqua è un bene comune, sia il diritto di godere del servizio idrico integrato come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica.
Finito il volantinaggio ci siamo seduti ad assistere all'assemblea.
Terminata la seduta pubblica dell'AATO, ci hanno detto che la seconda parte era a porte chiuse, perchè si trattava di una riunione dei sindaci per approfondire alcune questioni tecniche, tra cui la proposta del BIM Gestione Servizi Pubblici che prevede la richiesta al Governo di una deroga per mantenere una gestione "in house" del servizio idrico integrato.
Abbiamo ritenuto che una riunione così importante per il futuro della gestione dell'acqua nel nostro territorio, non potesse essere svolta a porte chiuse, rivendicando il diritto di poter assistere per conoscere le decisioni e le riflessioni su un tema di così forte interesse pubblico.
La risposta è stata quella di sbatterci la porta in faccia e allontanarci in malo modo.
ALLA FACCIA DELLA TRASPARENZA!


domenica 25 ottobre 2009

Oltre 1500 persone alla manifestazione Acqua Bene Comune Belluno





Sono più di 1500 persone che hanno sfilato in corteo per le vie di Belluno per lanciare un forte grido contro la privatizzazione dell'acqua e lo sfruttamento dei nostri fiumi.
Famiglie, bambini, associazioni, comitati e singoli cittadini hanno trasformato il centro città in un grande fiume.
Grazie a tutti coloro che hanno partecipato, perché con la loro presenza hanno reso più forti le rivendicazioni che da mesi il comitato sta portando avanti e che ora non possono più rimanere inascoltate!



venerdì 23 ottobre 2009

Il comitato aderisce alla campagna 350


Il 24 ottobre in concomitanza con la nostra manifestazione, le reti ambientaliste nordamericane hanno lanciato la campagna internazionale 350.
Il numero non è casuale. Gli scienziati hanno infatti individuato in 350 p.p.m. (parti per milione) il valore soglia della concentrazione di CO2 che il pianeta terra è in grado di sopportare. Oggi la concentrazione di anidride carbonica si avvicina ai 400 p.p.m. portando irreversibilmente il pianeta verso la più grande crisi climatica dell'epoca dell'homo sapiens.
La giornata "350" di azione globale per il clima si inserisce nel percorso che rende protagoniste migliaia di persone verso le mobilitazioni dentro, fuori ed intorno la conferenza delle nazioni unite sui cambiementi climatici (COP15), che avrà luogo il prossimo dicembre a Copenhagen.

Per saperne di più:

sabato 10 ottobre 2009

MANIFESTAZIONE ACQUA BENE COMUNE




SABATO 24 OTTOBRE
Piazzale Stazione FS - Belluno
ore 15.00
MANIFESTAZIONE ACQUA BENE COMUNE
STOP alla privatizzazione dell'acqua
STOP allo sfruttamento dei nostri fiumi
L'acqua è vita! Non merce!
Al termine del corteo musica, arte e socialità

Per aderire alla manifestazione: acqua.belluno@libero.it


... durante una passeggiata, fummo attratti dal rumore delle acque. Ci avvicinammo e la Piave mormorò:

"Libertà? Quanto è difficile spiegarne il senso, il valore. Ma a volte, in un concetto tanto universale quanto complesso, si cela un significato assai semplice, legato all'ordine naturale delle cose, alla vita stessa. E' così per noi... per le migliaia di gocce che ogni giorno danno origine alle preziose acque del bacino idrico della Piave e che dovrebbero scorrere liberamente nei letti dei fiumi, a formare rivoli, cascate, cadini, in quel favoloso ambiente che è stato anche riconosciuto Patrimonio dell'Umanità.
E invece, il 90% di noi, viene intubata, incanalata, captata, privatizzata, sfruttata. Le altre nostre sorelle scendono faticosamente a valle, come in un lento trascinarsi, divincolandosi tra grate, turbine, pompe e lunghi tubi.
All'inizio ci sembrava un gioco, fatto di salti, capriole e scivoli.
In poco tempo però, tutto si trasformò. In ogni vallata arrivarono i primi geologi, poi le prime ruspe e infine, loschi personaggi, scuri in volto e con strani accenti cittadini, accompagnati da nuovi "visionari" politici locali. Erano i primi predoni dell'acqua, con valigie di promesse e tasche piene di soldi, perché le parole "progresso" e "lavoro" non bastarono a imbrogliare il carattere diffidente del montanaro.
Erano gli ultimi anni dei 50. Anni di boom. Il progresso si sa, ha sempre avuto bisogno di energia. E una dopo l'altra, venivan su dighe e centraline. Ma ben presto, i bilanci delle aziende private e pubbliche non bastarono più a quantificare i costi: ai salari e alle fatture si aggiunsero le devastazioni ambientali e le tragedie. Fiumi senza acqua, acqua senza pesci e pesci senza vita.
All'oggi, la situazione non sembra cambiare.
Una nuova classe di predoni si è fatta avanti, più cinica, incurante delle sofferenze subite dalle nostre vallate, pronta ad arraffare il poco rimasto. Alcuni arrivano da molto lontano e a loro, del futuro della nostra montagna, poco importa. Ma purtroppo, non sono soli. Qua è là, altrettanti amministratori spuntano come funghi, pronti a svendere quello stesso territorio, di cui a parole, si fanno difensori e paladini.
E oggi come un tempo, nuove menzogne arricchiscono le loro "ragioni": "Deflusso minimo vitale! Minimo vitale garantito! Basta calcolarlo!" gridano. Squadroni di tecnici e cervelloni a far di conto, ma i conti non tornano mai e ancor peggio, non si preoccupano di controllarli, tanto... l'acqua abbonda. Non dicono lo stesso dei loro profitti: sempre troppo pochi. E allora, perché non privatizzare anche l'acqua dei rubinetti?
Siamo il nuovo oro. L'oro blu. Una nuova frontiera si è aperta, un nuovo Far West è alle porte!
Per questo ci rivolgiamo a tutte quelle persone, quelle associazioni, quei comitati e i quei movimenti che pensano che questo territorio debba e possa avere uno sviluppo diverso e condiviso, dove l'acqua torni ad essere un Bene Comune e non una merce di pochi.
Il 24 ottobre scenderemo a valle, nella città di Belluno.
Scenderemo dal Boite, dall'Ardo, dal Cordevole, dai piccoli ruscelli delle Dolomiti e in compagnia delle nostre sorelle che scorrono per altri territori, riaffioreremo in superficie.
Ci ritroveremo insieme a voi, per dar vita ad una mobilitazione gioiosa, che abbia la forza di trascinar via l'arroganza di questi nuovi predoni; per ribadire che dal basso c'è una comunità territoriale che non ha più voglia di subire imposizioni, consapevole, come recitava una nota canzone, che la Libertà è partecipazione."


lunedì 21 settembre 2009

Adesione di Mountain Wilderness Italia alla manifestazione



Cari amici, nonostante sul vostro sito Internet figuriamo già tra le associazioni aderenti all'iniziativa del prossimo 24 ottobre ci teniamo a scrivervi due righe per ribadire il nostro pieno appoggio alla campagna contro la privatizzazione dell'acqua. E' un bene che si focalizzi l'attenzione alle sorgenti, che si sappia che "se la montagna piange la pianura non riderà", che se non riusciamo a difendere la cultura del diritto e del bene pubblico partendo dall'impatto ambientale della piccola centralina idroelettrica per arrivare fino alla grande distribuzione e commercializzazione dell'oro blu perderemo una grande battaglia di civiltà. L'appuntamento di Belluno speriamo possa rappresentare un ulteriore passo in avanti verso la crescita di una coscienza generale basata sia sulle necessità dell'uomo che su quelle dell'ambiente montano, per una convivenza costruttiva e non distruttiva. L'acqua è vitale per tutti, non solo per chi può permettersi di pagarla a qualunque prezzo. E a chi vuole far soldi con l'acqua, così come con il sole o con il vento, diciamo che questo va bene solo se i costi non superano i benefici: in questi casi dobbiamo saper fare i conti, perché i benefici vanno in tasca a pochi mentre i costi si spalmano sulla collettività, su tutti noi, e chi fa i soldi li fa subito mentre i costi li pagheranno le generazioni successive.
A Belluno saremo presenti con una piccola ma significativa rappresentanza, speriamo non solo nella presenza alla manifestazione di tante persone ma nella capacità di mandare segnali concreti e di dare un senso pratico all'impegno sociale, per tradurre un movimento d'opinione in azione Politica, con la "P" maiuscola.
Un caro saluto, e a presto.

domenica 20 settembre 2009

Il governo decide di privatizzare l'acqua


La tecnica è consolidata: per non far capire ai cittadini che vengono loro sottratti diritti essenziali a vantaggio di interessi “particolari” e di specifiche lobby economiche, politiche e finanziarie, è sufficiente approvare contorti articoli all’interno di leggi omnibus, di prossima applicazione al fine di evitare adeguate e pronte forme di opposizione. Solo così si spiega,assieme alle scontate complicità politiche, il silenzio generale nella nostra provincia su un Decreto Legge approvato nei giorni scorsi dal Governo relativo all’”Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici di rilevanza economica", con particolare riferimento all’ articolo 15.Tradotto dalle nebbie burocratiche vuol dire che con quest’iniziativa di dubbia legittimità costituzionale :
a) si consolida il processo di privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali;
b)si rende obbligatoria e maggioritaria la partecipazione dei privati d’impresa nelle società di gestione di questi servizi;
c) si azzerano le gestioni delle SpA a totale capitale pubblico e si costringono i Comuni alla gara d’appalto anche per servizi essenziali quale quello idrico integrato.
Quando denunciavamo che la gestione dell’acqua tramite una SpA (Bim Gestione Servizi Pubblici) altro non era che il cavallo di troia per arrivare alla privatizzazione, venivamo accusati di allarmismo e tacciati che tutto sarebbe rimasto sotto il controllo degli Enti Locali :ora, in base a questo provvedimento Calderoli-Fitto anche la gestione del servizio idrico (acquedotti e depurazione) bellunese dovrà essere sottoposto a procedure competitive ad evidenza pubblica entro il 31 dicembre 2011 .Tutti gli addetti ai lavori già prevedono che le gare saranno appannaggio di un forte cartello di imprese ben definito (Acea-Iride/Enia/Hera-A2A)dentro alle quali i pacchetti azionari delle multinazionali Suez Lyonnes des Eaux e Veolia e delle banche la faranno da padroni sui rubinetti dei cittadini e sulle politiche di gestione dell’acqua nei territori.
Autonomia, autogoverno, federalismo si dimostrano quindi parole vuote e strumentali in bocca di chi predica male e razzola peggio a sostegno di interessi forti sopra i diritti e le volontà delle comunità locali. Una risposta immediata ed adeguata a queste politiche liberiste e centraliste non può allora che venire dai cittadini, dalle organizzazioni sindacali, dai movimenti sociali territoriali, dagli Enti Locali non allineati. Anche su questo obiettivo assieme a molte associazioni bellunesi stiamo raccogliendo migliaia di firme su una petizione popolare contro queste norme e per il riconoscimento dell’acqua quale bene comune, diritto universale. Nei prossimi giorni invieremo a tutte le Amministrazioni Comunali bellunesi una proposta di delibera consiliare per definire , in conformità con il diritto comunitario, i dettami costituzionali, i principi di sussidiarietà che l’acqua è un bene essenziale oggetto di servizi d’interesse generale e non di rilevanza economica, che deve essere gestito in modo sostenibile e solidale da soggetti esclusivamente pubblici . Su questa importante partita oggi non ci sono più spazi per alibi e ambiguità, tra beni comuni e mercato ciascuno deve stabilire da che parte stare.

Lo sfruttamento del bacino idrico della Piave


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sabato 19 settembre 2009

Acqua Bene Comune: Io ci metto la firma!!




Aderisci alla petizione



Il bacino del fiume Piave è tra i più artificializzati d’Europa; meno del 10% dei corsi d’acqua dei territori di montagna può essere oggi classificato come naturale. In difformità alle normative nazionali ed europee di settore si continua ancora a vendere e concedere per finalità speculative più acqua di quella realmente disponibile. Le conseguenze oggettive di tutto ciò sono: l’incremento dei rischi idrogeologici, l’avanzamento del cuneo salino, la drammatica perdita di diversità naturali e di paesaggio, l’erosione dei litorali, la banalizzazione dei corsi d’acqua e dei laghi di montagna, l’abbassamento delle falde freatiche e l’aumento dell’inquinamento dei corpi idrici e delle acque sotterranee, la difficoltà di vita e di riproduzione della fauna ittica.
I fiumi sono ecosistemi essenziali alla vita ed arterie della nostra storia ed in quanto tali vanno difesi e governati in modo sostenibile e solidale attraverso processi trasparenti e partecipativi: su questo e per questo come cittadini intendiamo agire e vigilare.

Con queste premesse noi sottoscritti chiediamo alle Istituzioni ed agli Enti di competenza di:

1 attuare una moratoria di tutte le richieste di ulteriori concessioni di derivazione (stop alle nuove centrali);

2 verificare la congruità e legittimità delle grandi concessioni storiche idroelettriche e di quelle irrigue scadute da tempo; rivedere il bilancio idrico di bacino del fiume Piave e attuare gli obblighi di vigilanza, misura e monitoraggio continuativi sugli aspetti quantitativi e qualitativi dei rilasci e dei deflussi vitali;

3 trasferire canoni e gestione integrata del demanio idrico di competenza alla Provincia di Belluno;

4 eliminare le deroghe al rispetto del deflusso minimo vitale come indicate nel Piano regionale tutela delle acque in quanto immotivate rispetto ai criteri previsti dalle norme specifiche nazionali ed europee;

5 stabilire un livello minimo d’invaso dei laghi;

6 dare piena attuazione al diritto di accesso agli atti, consultazione e partecipazione dei cittadini e delle comunità locali nelle scelte di gestione e pianificazione dell’acqua;

7 riconoscere negli statuti degli Enti Locali il diritto umano all’acqua ed il suo status di bene comune pubblico;

8 confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato quale servizio locale privo di rilevanza economica in quanto servizio pubblico essenziale;

giovedì 27 agosto 2009

lunedì 3 agosto 2009

ASSEMBLEA ACQUA BENE COMUNE



Giovedì 27 agosto ore 18:30
c/o Magazzini Prensili - via Pren 8 Feltre (BL)

Una tavola rotonda "operativa" nella quale ritrovarci,
aperta a tutte le realtà territoriali e alle singole persone
interressate a dar vita ad un percorso condiviso e partecipato
che ci porterà alla costruzione delle iniziative e delle mobilitazioni
del prossimo autunno, per rilanciare la battaglia in difesa dell'acqua.



domenica 17 maggio 2009

Acqua Bene Comune Day


Sabato 23 maggio dal mattino è possibile trovare i banchetti della raccolta firme in molte piazze del provincia bellunese.

Ecco l'elenco dei luoghi:

Belluno Piazza Martiri 09:00/12:00 - 15:00/22:00
Cavarzano al Mercato 09:00/12:00
Sospirolo Piazza Lexy 09:00/12:00
Mel Piazza Papa Luciani 09:00/12:00
Santa Giustina Piazza Maggiore 09:00/12:30 - 14:30/17:00
Pedavena Piazza I Novembre 09:00/13:00
Feltre Largo Castaldi 09:00/13:00
Agordo Piazza Libertà dalle 08:00/19:00
Lamon 09:00/12:00
Trichiana
Farra d'Alpago
Calalzo (in conferma)
Sedico (in conferma)

venerdì 8 maggio 2009

Stop ai predatori dell'acqua


Dal gazzettino di mercoledì 6 maggio

In Comelico è partita la corsa all’oro chiaro e azzurro. A contendersi le limpide acque dei torrenti comeliani, per produrre energia elettrica, sono gli enti locali e Confindustria Belluno Dolomiti.
I due principali progetti per realizzare altrettanti centraline idroelettriche nel Basso Comelico sono entrati, infatti, nel cerchio d’interesse della En&En, la società che fa capo all’Assindustria, nata per offrire energia alle aziende, attraverso piccoli e medi impianti, sulla falsariga di quanto sta facendo il Bim, in collaborazione con i Comuni e, nel caso specifico, dei regolieri. Su entrambi i casi da anni stanno, però, lavorando anche le locali amministrazioni alla ricerca di "nuove" e proprie entrate con cui rimpinguare le magre casse comunali. Questi i progetti "pubblici".
Il primo, di cui la Comunità montana si è fatta carico per quanto concerne la progettazione, prevede la costruzione della centrale a fondovalle, a Santo Stefano, in prossimità della confluenza del Padola con il Piave, e il suo collegamento all’opera di captazione, ubicata a Sopalù di Comelico Superiore, attraverso una tubazione metallica interrata che passerà sotto le strade comunali o piste ciclabili anche di San Nicolò, interessando quindi i territori di tre Comuni. Per costruire il tutto è stato previsto un costo di 9.950.000 di euro, con utili da dividere anche fra tutte e sei le municipalità.
Il secondo progetto riguarda l’impianto idroelettrico sul torrente Frison, a Campolongo, la cui spesa è stata quantificata in 2.560.000 euro, con la partecipazione anche del Bim. Per raggiungere l’obiettivo l’amministrazione comunale di Santo Stefano ha sottoscritto una convenzione con la locale Regola, già titolare di una richiesta di concessione per la derivazione ad uso idroelettrico delle acque. L’accordo con la Comunione familiare comprende pure la costituzione del diritto di superficie e di servitù sui terreni dove è prevista la realizzazione delle opere civili della centrale.
Sonni tranquilli invece a San Pietro, dove il sindaco conferma che il potenziamento della centralina idroelettrica esistente sul Cordevole (in foto), o Piave di Visdende, per 13.600.000 euro, vede coinvolti "soltanto" l’Enel, che finanzierà interamente l’opera ottenendo in cambio il 50% più un’azione, il Comune e il Bim. A quest’ultimi andranno, rispettivamente, il 45 e il 5 per cento.
Nel comprensorio gli occhi sono ora puntati sull’incontro fissato per giovedì della prossima settimana, 14 maggio, nella sala consiliare del municipio di Santo Stefano, dove l’En&En presenterà il proprio progetto relativo all’impianto idroelettrico sul Frison, che rientra all’interno di un’azione più ampia a livello provinciale con una trentina di analoghe iniziative. Durante la presentazione dei contenuti al pubblico potrebbero uscire spunti utili per capire se esistano anche i presupposti per una collaborazione fra gli industriali e il pubblico, il quale anticipa la disponibilità a sedersi ad un tavolo, purché le risorse rimangano sul territorio e l’opera non sia impattante sui tornanti.

lunedì 27 aprile 2009

Rassegna stampa presentazione della campagna


Dal gazzettino del 25 aprile

Al motto "Acqua bene comune" parte da oggi la raccolta di firme avviata da Cai, associazioni ambientaliste e culturali, bacini di pesca, Centro internazionale civiltà dell’acqua, Diocesi. Due gli obiettivi fondamentali di questa trentina di sodalizi: far riconoscere agli enti lo status di bene comune all’acqua e trasformare il Bim in azienda municipalizzata affinché gestisca pubblicamente un servizio che non è discrezionale.
Ma forte è anche un’altra richiesta, rivolta alla Regione. E cioè che non vengano accolte le 28 nuove domande (23 di soggetti privati, 5 di Comuni) di realizzare altrettante centrali. «Istanze improponibili - ha sottolineato Valter Bonan, portavoce del Comitato acqua bene comune - se si pensa a quanto grande è il deficit idrico nel bacino del Piave».
E proprio per il Piave, uno dei fiumi più artificializzati d’Europa, il Comitato chiede «la revisione del bilancio idrico e l’attuazione degli obblighi di vigilanza, misura e monitoraggio continuativi sugli aspetti quantitativi e qualitativi dei rilasci e dei deflussi vitali».
Alla presentazione del progetto, ieri nella sede del Centro servizi per il volontariato, oltre a Bonan erano presenti anche Roberto De Rocco per il Cai, Adriano Zampol per le associazioni ambientaliste e Ferruccio De poi ed Enrico D’Isep per gli 11 bacini di pesca provinciali. «I fiumi - hanno sottolineato coralmente - sono ecosistemi essenziali alla vita e in quanto tali vanno difesi e governati in modo sostenibile e solidale attraverso processi partecipativi».
Varie le altre istanze presentate dal movimento. «Vanno messe in discussione le grandi storiche concessioni idroelettriche scadute da tempo nonché fortemente sovradimensionate. Vanno poi trasferiti alla Provincia i canoni e la gestione integrata del demanio idrico ed eleminate le deroghe al rispetto del deflusso minimo vitale come indicate nel Piano regionale tutela delle acque».
Attenzione viene prestata anche ai laghi, per i quali viene richiesto un livello minimo d’invaso. «Non possono essere considerati come delle spugne - è stato sottolineato - da spremere a seconda delle esigenze della pianura senza tenere in considerazione le devastazioni degli ecosistemi che ne derivano sia a monte che a valle».
La petizione chiede inoltre di dare piena attuazione al diritto di accesso agli atti, consultazione e partecipazione dei cittadini e delle comunità locali nelle scelte di gestione e pianificazione dell’acqua e di riconoscere negli statuti degli enti locali il diritto umano all’acqua e il suo status di bene comune.
E ancora, tornando a far riferimento al Bim, il Comitato desidera che venga confermato il principio della proprietà e della gestione pubblica del servizio idrico integrato quale servizio locale privo di rilevanza economica in quanto realtà pubblica essenziale». Come a dire che il Bim deve diventare azienda municipalizzata, tralasciando completamente ogni forma di monetizzazione dell’acqua.
La petizione-azione, caratterizzata anche da serate e manifestazioni a tema (sito internet www.acquabenecomunebelluno.info), partirà oggi. E si concluderà il 9 ottobre, ricorrenza del disastro del Vajont. «Un dramma che evidentemente non ha insegnato ai bellunesi nulla - ha commentato Bonan -, dato lo stato pietoso in cui si ritrovano i nostri corsi d’acqua». Le sottoscrizioni verranno consegnate a Provincia di Belluno e Regione Veneto.

Dal Corriere delle Alpi del 25 aprile
Una petizione per dire «no» alla privatizzazione dell’acqua e alla realizzazione di ulteriori centraline idroelettriche.  A chiedere a gran voce una moratoria di tutte le domande di concessioni elettriche e maggiore rispetto per la risorsa idrica è Walter Bonan, del comitato “Acqua bene comune”, sceso in campo insieme ad 30 associazioni, tra ambientalisti, Cai, bacini di pesca.  Un folto gruppo di persone che da oggi, giorno della Liberazione, al 9 ottobre (data della tragedia del Vajont), in ogni manifestazione pubblica (tramite banchetti o incontri culturali e sociali, anche appositamente organizzati) raccoglieranno le firme per la petizione sull’acqua. «Firme che invieremo a tutti gli enti locali, alla Provincia e alla Regione. E se non otteremo i risultati sperati, siamo pronti a farci sentire in sedi più opportune. Perchè i nostri fiumi devono tornare a essere le arterie della nostra storia».  Un lavoro quello sull’acqua che va avanti da diversi anni in provincia e che è sfociato «due anni fa nella raccolta di firme per una proposta di legge regionale di iniziativa popolare, che soltanto l’altro ieri è approdata all’esame della commissione ambiente della Camera», dice Bonan. «Nel frattempo, però, l’anno scorso nella Finanziaria è passata una legge che metterà a bando di gara i servizi pubblici. Tra questi anche quello idrico. Segnando il primo passo verso la privatizzazione».  Di fronte a questa prospettiva, le associazioni chiedono che «venga introdotto negli statuti degli enti locali il diritto umano all’acqua, riconosciuto il suo status di bene comune e che la proprietà e la gestione di questa risorsa sia pubblica».  Su questo fronte Bonan parla di irregolarità e inadempienze, soprattutto da parte della Regione. «Sappiamo che sono ferme a Venezia ben 28 richieste di nuove centraline idroelettriche (23 di privati e 5 di Comuni), che vanno ad agire sul 10% dell’acqua rimasta a defluire negli alvei montani», precisa Bonan, che a questo proposito chiede una verifica della «congruità e legittimità delle concessioni idroelettriche storiche e di quelle irrigue scadute da tempo. Chiediamo che venga aggiornato il bilancio idrico complessivo tramite stazioni di controllo e monitoraggio. Non dimentichiamo che tutto il bacino del Piave ha un deficit idrico che porta a una drammatica perdita delle diversità naturali e del paesaggio, alla banalizzazione dei corsi d’acqua, all’abbassamento delle falde freatiche e alla difficoltà di riproduzione della fauna ittica».  Bonan, quindi, ribadisce come sia importante «eliminare le deroghe al rispetto del deflusso minimo vitale, come indicate nel piano regionale a tutela delle acque, in quanto immotivate rispetto ai criteri previsti dalle norme europee e internazionali, stabilendo anche un livello minimo di invaso dei laghi. Un’operazione», conclude Bonan, «che necessita del trasferimento dei canoni e della gestione integrata del demanio idrico alla Provincia»

mercoledì 22 aprile 2009

Foto incontro 22 aprile - Inizio Campagna Acqua Bene Comune

L'Assemblea costitutiva di ieri a Belluno a sostegno della petizione/azione Acqua Bene Comune è stata un bel segnale di primavera: veramente tanti e motivati gli interventi di adesione, diverse le sensibilità di provenienza, unitari gli obiettivi in un clima di forte coesione e di positiva determinazione. 
Evidentemente l'acqua purifica incrostazioni da trasparenza e fluidità al sentire comune; così è stato possibile ascoltare decine di interventi diversi ma simili, unitari ma autonomi, fraterni anche tra persone che si incontravano per la prima volta; un importante primo passo per un lungo cammino.





sabato 18 aprile 2009

Acqua Bene Comune - Presentazione Campagna


Dopo numerosi incontri, approfondimenti, dibattiti ci siamo...è stata definita la petizione/azione sull'Acqua Bene Comune intorno alla quale costruire iniziative, alleanze e coesione di comunità.
La presenteremo pubblicamente Mercoledì 22 aprile alle ore 18 presso l'Auditorium di Belluno dove distribuiremo i moduli per la raccolta firme, raccoglieremo le adesioni collettive ed associative e pianificheremo le prime iniziative della campagna. Come sempre è importante iniziare bene, essere in molti per avere e dare fiducia e determinazione in una sfida complessa ma che sta già producendo unità di intenti e cooperazione tra diversi (bacini di pesca, associazioni, comitati, cai...).
Sono esclusi partiti onde evitare sovrapposizioni elettorali/stiche.