- Determinazioni organizzative in vista della manifestazione nazionale a Roma sull'acqua indetta per il 20 marzo;
- Referendum per l'abrogazione delle norme relative alla privatizzazione del servizio idrico;
- Ricorso al Tribunale Superiore delle Acque contro l'autorizzazione alla realizzazione della centrale in valle del Mis:attivazione e proposte autofinanziamento;
- Presidio del Comitato all' assemblea pubblica del Parco prevista a Sospirolo il 10 marzo;
- Sintesi incontro con la Provincia;
venerdì 26 febbraio 2010
Assemblea del Comitato
giovedì 11 febbraio 2010
Presidio del Comitato: Belluno è come Pandora, questa è la nostra terra!
"Manderanno un messaggio per dirci che loro possono prendersi tutto quello che vogliono, ma noi manderemo il nostro messaggio... Questa, questa è la nostra terra!" tratto dal film Avatar
Ci sono molte cose che ci accomunano al popolo Na’vi. Prima fra tutte: anche noi AMIAMO LA NOSTRA TERRA!
Una terra che da decenni, fa gola a moltissimi predoni che con la commistione di tanti amministratori locali, sono riusciti a depredare il 90% della risorsa più importante del nostro territorio: L’ACQUA.
“Non un metro di salto resterà senza la sua corrispondente centrale e soltanto limitate e saltuarie frazioni d’acqua andranno perdute”.
Così sentenziava l’ingegner Semenza della SADE, progettista della diga del Vajont, ma non è bastata quell’immane tragedia a porre fine ad un processo di colonizzazione che si è protratto fino ai giorni nostri.
Oggi, un nuovo predone si è fatto avanti: la Valsabbia Spa di Brescia.
Il suo progetto di installare una nuova centrale idroelettrica nella Valle del Mis è l’esempio più significativo della ripresa di questo processo di colonizzazione, che prevede ulteriori nuove richieste di derivazioni da parte di altri soggetti che, se non verranno fermati, andranno a depredare il restante 10% di acqua che attualmente è rimasta libera.
Ma vi sono ulteriori caratteristiche che rendono il progetto di costruzione della centrale in Valle del Mis, il simbolo di una battaglia contro le nuove speculazioni che si stanno abbattendo sui nostri fiumi.
Innanzitutto, perché la Valsabbia è una società privata che ha sede a Brescia e che non ha nulla a che vedere con lo sviluppo del nostro territorio e nessun interesse per il futuro delle nostre montagne se non quello speculativo.
Secondariamente, perché il manufatto (di ben oltre i mille metri cubi) dovrebbe essere realizzato all’interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, in una zona dichiarata di elevatissimo valore naturalistico e classificata come “Zona di Riserva Generale Orientata di tipo B1”, ovvero una zona dove sia la legge quadro sui Parchi (394/91) che lo stesso Piano del Parco vieta opere che modifichino il regime naturale delle acque, ma soprattutto non permettono la costruzione di “Nuove Opere Edilizie”.
Ancor più grave è il fatto che il Direttivo del Parco abbia concesso il nulla osta per la realizzazione dell’opera. Non solo perché riteniamo l’Ente Parco un’istituzione che dovrebbe preservare le bellezze naturalistiche di questo territorio e proteggere la poca acqua rimasta libera di scorrere nei propri alvei, ma anche perché le motivazioni che hanno espresso per difendere la loro posizioni sono inconsistenti.
Infatti, l’interpretazione che danno del famoso articolo 16 del Piano, che permetterebbe la realizzazione di modeste derivazioni nel caso in cui servissero a promuovere le finalità istituzionali del Parco, è errata, perché non vi è nessun atto della Valsabbia spa che confermi tale principio, vi sono inoltre, dichiarazioni fatte sulla stampa locale da parte del Sindaco del comune di Sospirolo favorevole all’intervento che contraddicono l’Ente Parco e infine, è lecito chiedersi come si può considerare “modesta derivazione” un progetto che prevede 1,5 Km di condotta che preleverà l’80% della portata del fiume.
Di fronte a ciò che consideriamo un abuso edilizio e un ennesimo attacco all’ecosistema del nostro territorio, siamo pronti ad andare fino in fondo, per questo abbiamo deciso di ricorre al Tribunale Supremo delle Acque e di mettere in campo tutto il nostro amore per bloccare questo progetto.
PERCHE’ BELLUNO E’ COME PANDORA E CHI AMA LA NOSTRA TERRA DICE NO ALLA VALSABBIA!
I motivi dell'illegittimità della concessione del nulla osta da parte del Parco alla realizzazione della centralina in Valle del Mis
- Il parere di ammissibilità dell’opera in questione è stato espresso dal Consiglio Direttivo il 27/10/2008 (e non il 27/11/2008) con maggioranza relativa di 5 voti favorevoli, 2 contrari, 1 astenuto e 4 assenti.
- L’ente Parco per sostenere l’ammissibilità dell’opera fa riferimento ad alcuni stralci del Piano del Parco, ma non da il quadro complessivo impedendo di fatto ad un osservatore esterno di avere il quadro di riferimento completo su cui esprimere un parere pertinente.
- In particolare non si fa riferimento all’art. 11 della legge quadro (394/91) che recita “..nei parchi sono vietate le attività e le opere che possono compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati con particolare riguardo alla flora e alla fauna protette e ai rispettivi habitat. In particolare sono vietati: (…)c) la modificazione del regime delle acque”. Ricordiamo che quella è una zona di grande interesse naturalistico e paesaggistico, una delle principali se non la principale forra del territorio del Parco.
- Non si comprende come ’art. 16 del Piano del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, seppure citato, possa essere interpretato come norma che permette la realizzazione della derivazione per la centralina idroelettrica, quando recita testualmente: “è vietato qualsiasi intervento che modifichi il regime naturale delle acque superficiali e sotterranee. E’ comunque vietata, all’interno del Parco ogni ulteriore derivazione delle acque superficiali e sotterranee per scopi idroelettrici e irrigui” e ancora “...sono, inoltre, ammesse, con le stesse modalità del precedente comma, modeste derivazioni idriche, da riservare esclusivamente agli apprestamenti che l’Ente Parco intenda favorire, promuovere, realizzare o destinare alle proprie finalità istituzionali” Certamente non risponde alle finalità istituzionali di un Parco Nazionale (per la verità di alcun Parco) la realizzazione di un’opera come quella in oggetto.
- Una minima parte dell’opera sarà realizzata all’estero, l’opera di captazione, ma la parte più preponderante ed impattante sarà all’interno dei confini (condotta forzata, edificio che ospiterà gli impianti le turbine e tutta la strumentazione). Fondamentale quindi ricordare che i lavori previsti verrebbero eseguiti in “Zona di Riserva Generale Orientata di tipo B1” definita dal Piano del Parco di “Valore elevatissimo” in cui l’art.18 delle Norme di Attuazione del piano prevede “scavi per l’interramento di derivazione di acquedotti..” ma non di derivazioni per la produzione idroelettrica. In questa zona sono altresì esclusi interventi di nuova edificazione (l’edificio della centralina coprirebbe all’incirca
lunedì 8 febbraio 2010
STOP ALLA CENTRALE IDROELETTRICA NELLA VALLE DEL MIS

martedì 2 febbraio 2010
Assemblea del Comitato
- Informazioni stato vertenze territoriali acqua e determinazioni conseguenti
- Attivazione rete veneta per una carta dei dititti del territorio
- Manifestazione nazionale per l'acqua bene comune " Roma 20 marzo 2010"
- Proposta referendum per l' abrogazione delle norme di privatizzazione del servizio idrico integrato