giovedì 11 febbraio 2010

Presidio del Comitato: Belluno è come Pandora, questa è la nostra terra!






"Manderanno un messaggio per dirci che loro possono prendersi tutto quello che vogliono, ma noi manderemo il nostro messaggio... Questa, questa è la nostra terra!" tratto dal film Avatar

Ci sono molte cose che ci accomunano al popolo Na’vi. Prima fra tutte: anche noi AMIAMO LA NOSTRA TERRA!

Una terra che da decenni, fa gola a moltissimi predoni che con la commistione di tanti amministratori locali, sono riusciti a depredare il 90% della risorsa più importante del nostro territorio: L’ACQUA.

“Non un metro di salto resterà senza la sua corrispondente centrale e soltanto limitate e saltuarie frazioni d’acqua andranno perdute”.

Così sentenziava l’ingegner Semenza della SADE, progettista della diga del Vajont, ma non è bastata quell’immane tragedia a porre fine ad un processo di colonizzazione che si è protratto fino ai giorni nostri.

Oggi, un nuovo predone si è fatto avanti: la Valsabbia Spa di Brescia.

Il suo progetto di installare una nuova centrale idroelettrica nella Valle del Mis è l’esempio più significativo della ripresa di questo processo di colonizzazione, che prevede ulteriori nuove richieste di derivazioni da parte di altri soggetti che, se non verranno fermati, andranno a depredare il restante 10% di acqua che attualmente è rimasta libera.

Ma vi sono ulteriori caratteristiche che rendono il progetto di costruzione della centrale in Valle del Mis, il simbolo di una battaglia contro le nuove speculazioni che si stanno abbattendo sui nostri fiumi.

Innanzitutto, perché la Valsabbia è una società privata che ha sede a Brescia e che non ha nulla a che vedere con lo sviluppo del nostro territorio e nessun interesse per il futuro delle nostre montagne se non quello speculativo.

Secondariamente, perché il manufatto (di ben oltre i mille metri cubi) dovrebbe essere realizzato all’interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, in una zona dichiarata di elevatissimo valore naturalistico e classificata come “Zona di Riserva Generale Orientata di tipo B1”, ovvero una zona dove sia la legge quadro sui Parchi (394/91) che lo stesso Piano del Parco vieta opere che modifichino il regime naturale delle acque, ma soprattutto non permettono la costruzione di “Nuove Opere Edilizie”.

Ancor più grave è il fatto che il Direttivo del Parco abbia concesso il nulla osta per la realizzazione dell’opera. Non solo perché riteniamo l’Ente Parco un’istituzione che dovrebbe preservare le bellezze naturalistiche di questo territorio e proteggere la poca acqua rimasta libera di scorrere nei propri alvei, ma anche perché le motivazioni che hanno espresso per difendere la loro posizioni sono inconsistenti.

Infatti, l’interpretazione che danno del famoso articolo 16 del Piano, che permetterebbe la realizzazione di modeste derivazioni nel caso in cui servissero a promuovere le finalità istituzionali del Parco, è errata, perché non vi è nessun atto della Valsabbia spa che confermi tale principio, vi sono inoltre, dichiarazioni fatte sulla stampa locale da parte del Sindaco del comune di Sospirolo favorevole all’intervento che contraddicono l’Ente Parco e infine, è lecito chiedersi come si può considerare “modesta derivazione” un progetto che prevede 1,5 Km di condotta che preleverà l’80% della portata del fiume.

Di fronte a ciò che consideriamo un abuso edilizio e un ennesimo attacco all’ecosistema del nostro territorio, siamo pronti ad andare fino in fondo, per questo abbiamo deciso di ricorre al Tribunale Supremo delle Acque e di mettere in campo tutto il nostro amore per bloccare questo progetto.

PERCHE’ BELLUNO E’ COME PANDORA E CHI AMA LA NOSTRA TERRA DICE NO ALLA VALSABBIA!



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